STEP-7---DIRETTORE-LAVORI

Gestione, vigilanza e rispetto dei tempi…tutto sotto controllo!

Il cantiere è paragonabile a un’opera lirica, in cui tutto deve essere in ordine e ognuno al suo posto per avere un risultato perfettamente armonico.

I musicisti coinvolti nei lavori sono, almeno, il committente, il progettista e/o il direttore dei lavori e l’esecutore (o impresa).

Spesso l’architetto è sia compositore (progettista) che direttore d’orchestra (direttore dei lavori).

Arrivati alla fase di cantiere, queste figure devono avere bene chiaro quale sia il loro ruolo, per non compromettere il risultato dell’opera.

Come per l’attività concertistica, l’abilità del tecnico a cui affidi  la responsabilità dei lavori è fondamentale per la realizzazione del progetto.

Il direttore dei lavori è chi dirige l’orchestra, l’ago della bilancia tra committente e i lavoranti.

Lei (o lui) è la parte terza che certifica il buono svolgimento delle opere, gli avanzamenti e il rispetto degli accordi contrattuali (decidendo quando, ad esempio, è possibile far emettere fatture parziali a saldo dei lavori effettuati).

Per questo è il garante del cantiere in quanto:

  1. riconosce le fatiche dell’impresa, il lavoro umano degli operai;
  2. tutela il committente e portare a buon fine i lavori.

Le sue visite periodiche in cantiere garantiscono una vigilanza scrupolosa dei lavori.

Il committente affida al suo personale direttore d’orchestra il successo della sfida.

Il ruolo del “sovraintendente” dei lavori, sia dal punto di vista tecnico che gestionale, è  una mansione troppo complessa perché il committente se ne faccia carico e per questo si avvale di uno specialista.

L’architetto diventa “l’amministratore fiduciario del committente ed è riconosciuto come il principale responsabile della costruzione, coordinatore di tutte le discipline specialistiche implicate nella costruzione quali statica, tecnica edilizia e fisica delle costruzioni è colui che da forma ai complessi costruttivi e garantisce il controllo della qualità in fase di costruzione, la realizzazione tecnica a regola d’arte, l’assenza di difetti, la redditività, il controllo della contabilità e delle tempistiche.”

Per questo non ci devono essere fraintendimenti.

Il rapporto tra committente e tecnico deve essere franco e trasparente, soprattutto durante una ristrutturazione, in cui il confronto è diretto e frequente.

Se dovessero esserci dei problemi, il proprietario si deve rivolgere al tecnico che svilupperà delle strategie per risolvere la situazione, senza sostituirsi o prevaricarlo nel ruolo (delegittimandone, di fatto, le funzioni).

Ma, alla pari del direttore d’orchestra, anche l’architetto può far poco per impedire le stonature dei singoli musicisti. Egli è dipendente dal gioco di squadra, dei membri della sua orchestra che, nella maggior parte dei casi, come spiego qui, non può scegliersi in prima persona. Spesso è il committente che si occupa della selezione di collaboratori e imprese edili.

L’esperienza, altrimenti detta come “learning by doing”, della complessa macchina di cantiere insegna le dinamiche, i ritmi e il susseguirsi delle operazioni.

 

Il direttore dei lavori deve seguire meticolosamente l’attività in corso in cantiere e:

– avere in testa (e non solo) un crono programma dei lavori da svolgere;

dare il tempo, il ritmo, definendo cosa va fatto quando (se non si fanno gli intonaci non si può posare il parquet; se non si posano i rivestimenti non si possono montare i sanitari; se non si finiscono gli impianti non si possono chiudere le pareti in cartongesso). Un metronomo, insomma;

gestire gli ingressi dei lavoranti in cantiere perché non si intralcino a vicenda e sia ottimizzato il processo, con una sequenza armonica di azioni tra loro concatenate. Questo significa anche fare i conti con gli impegni di tutti (la presenza su quel cantiere e in altri cantieri, la loro vita personale, le ferie gli hobby e altro);

vigilare che le opere siano fatte a regola d’arte;

collaborare con gli eventuali altri tecnici coinvolti (coordinatore sicurezza, ingegnere strutturale, collaudatore..).

 

Il tecnico che fa bene il suo lavoro è stimato dagli operai e rispettato dal committente, ed è in condizione di risolvere gli inevitabili che attraversa una ristrutturazione.

Capisci perché non è un gioco da ragazzi?

Fatti seguire da chi sa farlo!

 

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